L’EFSA (European Food Safety Authority) ha pubblicato il rapporto 2020 sui risultati del monitoraggio dei residui di medicinali veterinari e di altre sostanze negli animali vivi e nei prodotti di origine animale negli scorsi giorni, ed i risultati sono stati ottimi.
Infatti, nel 2020, 27 Stati membri dell’Unione Europea (UE), Islanda e Norvegia, hanno riportato nell’ambito dei loro programmi di monitoraggio dei residui i risultati per 620.758 campioni, inferiori (del 7,58%) rispetto al 2019 (il Regno Unito non ha trasmesso dati all’EFSA, a causa della Brexit).
Un totale di 331.789 campioni target e 4.259 campioni sospetti sono stati segnalati ai sensi della legislazione dell’UE (Direttiva del Consiglio 96/23/CE). Inoltre, sono stati segnalati 282.159 campioni raccolti nell’ambito di altri programmi sviluppati nell’ambito della legislazione nazionale e 2.551 campioni controllati all’importazione.
La percentuale di campioni che ha superato i tenori massimi permessi dalla legge è stata dello 0,19%, che rappresenta il dato più basso degli ultimi 11 anni.
I contaminanti riportati in acquacoltura sono stati coloranti (B3e) (11 campioni non conformi; 0,61%). Le sostanze sono risultate essere cristalvioletto e verde malachite. L’uso di questi coloranti è vietato nell’UE per l’uso nella produzione alimentare, ma i loro residui possono derivare dalla concentrazione nei mangimi per pesci come quelli derivanti da proteine animali; questi coloranti possono quindi persistere a lungo nei tessuti lipidici dei pesci.