Se vi siete persi la puntata di Patti chiari sugli “All you can eat” su La1 Radiotelevisione svizzera (RSI) potete rivederla al link che troveretein fondo all’articolo.
In estrema sintesi il servizio mette in luce alcuni aspetti da non sottovalutare e che speriamo vengano presto presi in maggiori considerazione dagli addetti al settore sia pubblici che privati. Tra questi sicuramente, come sottolineato dalla nostra direttrice V. Tepedino nel servizio, è risultata molto sottovalutata la scelta della materia prima nel senso che la maggioranza degli intervistati delegava il proprio fornitore di selezionare per loro il prodotto senza riferirci poi di realizzare eventuali verifiche sugli stessi in accettazione. Inoltre è risultata in generale scarsa la conoscenza da parte degli operatori dei prodotti ittici protagonisti dei loro menù non solo per quanto riguarda l’identificazione di specie, l’origine, ecc. ma anche in merito ai temi relativi alla sostenibilità e al benessere degli stessi.
Rispetto alle condizioni igienico sanitarie la situazione è decisamente migliorata rispetto all’indagine condotta sempre da Patti Chiari con Tepedino circa 5 anni fa ma persiste, da parte di molti operatori, una resistenza a dichiarare in modo più trasparente ai clienti, che si tratta di prodotto ittico decongelato o bonificato. Speriamo che su questo punto presto le autorità competenti si esprimano fornendo una migliore definizione del cosiddetto “asterisco” come da noi proposto in una recente interrogazione con #lexfood e Fabrizio de Stefani . Anche lo chef maestro di sushi Ricardo Takamitsu ha ribadito l’importanza di una maggiore chiarezza di trasparenza per quanto riguarda lo stato fisico dei prodotti ittici e di fare attenzione all’igiene delle attrezzature e anche a prediligere piatti poco elaborati per apprezzare meglio la qualità dei prodotti ittici rendendoci meglio conto del gusto dei pesci spesso totalmente “neutri” quando non di qualità. Anche il Presidente di Gastroticino Massimo Suter ha insistito sull’importanza di maggiori verifiche relativamente alla qualità in termini generali degli All you can eat per evitare a quelli in Svizzera una concorrenza sleale. Daccordo il Presidente di Confcommercio di Luino Franco Vitella.
Dal servizio è anche emerso che molti giovani e meno giovani svizzeri sono attratti principalmente dai prezzi molto modesti degli All you can eat . Anche per l’italiano in generale funziona così…chi sceglie questi ristoranti normalmente non è interessato alla qualità della materia prima, non indaga sulla specie ittica utilizzata, sulla sua freschezza, sulla sua sostenibilità e spesso ammette anche di accettare il rischio di una gastro enterite se dovesse capitare…Speriamo invece che servizi come questo servino a sensibilizzare tutti gli operatori e appassionati di sushi a pretendere in futuro più che “All you can eat” degli “All you want eat” dove potere degustare prodotti ittici con maggiore consapevolezza…e per quanto riguarda il mercato italiano ci auguriamo un maggiore utilizzo anche di specie ittiche italiane nella ristorazione di pesce crudo in generale.